Lui & Lei
Finale a sorpresa

07.03.2025 |
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"Mi fa i complimenti però ed io mi sento sollevato almeno un po’..."
Il suo profilo mi ha colpito subito.Le sue fotografie sono piccoli capolavori: semplici ma ricercate.
Gli accostamenti di colore, il nero della lingerie e il rosso delle unghie curate, la collana di perle e la camicia rosa cipria che lascia intravedere il décolleté, una fragola rossa contro la sua fessura depilata color rosa confetto, una cravatta regimental come unico indumento, cura dei dettagli.
E’ impossibile restare indifferenti a tanta eleganza.
Nel suo annuncio è scritto a chiare lettere: no under 40.
Più o meno l’età che deve avere lei, anche se non dichiarata.
Io i 40 non li ho nemmeno lontanamente però voglio provarci lo stesso.
Le scrivo senza pensarci troppo.
Le faccio i complimenti per le foto, confesso subito di non avere i requisiti da lei richiesti ma le chiedo di scambiarci qualche mail per conoscerci meglio e chissà mai che non possa interessarla.
Lei mi risponde dopo una settimana.
Una settimana trascorsa a collegarmi ogni ora.
Prima per vedere se ha letto e poi se mi ha risposto.
Non so perché pensavo di avere una chance con lei.
La sua risposta é sobria e spiritosa, ha apprezzato la mia intraprendenza, le è piaciuto il tono allegro, fa qualche domanda su di me.
Non resisto e le mando una foto del viso.
Lei ci resta un po’ male. Dice che le piacciono le belle sorprese e così invece l’ho rovinata. Mi fa i complimenti però ed io mi sento sollevato almeno un po’.
Ci scriviamo assiduamente per qualche giorno.
Ci raccontiamo alcune esperienze e mi faccio l’idea di una donna alla ricerca di sé stessa, che ama provare cose nuove senza avere una to do list, che cerca complicità.
Mi piace la sua idea di erotismo; assomiglia alle sue foto: molto mentale e ricca di particolari.
La differenza di età gioca a mio sfavore, sia di partenza, sia perché lei è molto ma molto più avanti di me nelle esperienze, nella fantasia, nei desideri.
Io però un po’ ci so fare con le parole e riesco spesso a farla ridere, ad incuriosirla.
Questo mi dà il coraggio per proporle un incontro per conoscersi di persona.
Lei dice che l’indomani sarà in centro perché ha un appuntamento alle 17 e se vogliamo bere qualcosa insieme alle 15 si può fare.
Quasi non ci credo: ha infranto una sua regola per me!
Calmo, mi ripeto. Si è divertita a scriverti e domani ti dirà: «grazie è stato bello, ma sei un bebè.»
Meglio non pensarci.
Alle 14 sono pronto per uscire quando suona il campanello di casa.
E’ l’idraulico che deve fare un sopralluogo per una perdita al piano di sotto.
Me ne ero completamente dimenticato!
Provo a dirgli che dobbiamo rimandare perché ho un impegno importante ma lui mi minaccia che le spese poi sarebbero tutte a carico mio e non del condominio.
So che non è vero ma mi dico che forse se comincia subito finirà presto ed inoltre io sono in anticipo e così lo faccio entrare.
La perdita non si vede. Deve spaccare. Cazzo! Mi chiede se ho le piastrelle di riserva.
- «Ma non lo so! Si sbrighi per cortesia».
Sbuffando si mette al lavoro.
Il tempo scorre velocemente.
Mentre lui martella io vado in cantina a cercare le maledette piastrelle e mi riempio i capelli e i vestiti di polvere e ragnatele. Ormai sono le 14:30 passate.
Finalmente trova la perdita e prova a propormi di aggiustarla immediatamente ma l’espressione del mio viso deve suggerirgli che è meglio non tirare troppo la corda.
Chiudiamo il rubinetto generale e ci diamo appuntamento per l’indomani mattina.
Sono le 15.
Corro a perdifiato ma arriverò con almeno 20 minuti di ritardo.
Sento il sudore imperlarmi la fronte e il collo e la camicia, maledizione!
Abbiamo appuntamento davanti ad un bar ed io non so che aspetto abbia.
Non ho il suo numero, non so nulla di lei, nemmeno il suo nome.
Sotto i portici c’è una sacco di gente che cammina, poi vedo una donna appoggiata ad una colonna che guarda degli artisti di strada. Ogni tanto controlla l’orologio ed io penso che possa essere lei.
Ricomincio a correre e quasi le cado addosso da dietro mentre frenando di colpo le sussurro in un orecchio, con la voce spezzata dal fiatone: «Sei tu?»
Lei si volta, mi riconosce e mi sorride: «Ce l’hai fatta quindi».
Sono al settimo cielo perché mi ha aspettato e perché è davvero bellissima.
In quel momento capisco cosa voleva dire a proposito delle belle sorprese.
Fisico normale, altezza sul metro e sessanta, una cascata di riccioli neri e gli occhi verdi come la giada, un sorriso ammaliante e una risata da far venire i brividi.
Cerco di dire qualcosa ma la corsa mi ha provato e comincio a tossire.
Mi porge una bottiglietta d’acqua ed io penso che devo sembrarle proprio un disastro.
Mi riprendo e la invito ad entrare nel bar.
Ci sediamo a un tavolino appartato.
Io cerco di asciugarmi con fazzoletto e quando me lo passo sulla testa scopro le ragnatele e la polvere.
Lei ride alla vista dell’ espressione affranta del mio viso ed io penso che la situazione é davvero comica e rido a mia volta.
Le racconto dell’idraulico, mimandone la voce, faccio una piccola recita che la diverte.
Gli occhi le brillano ed io mi sento meglio, comincio a rilassarmi.
Prendiamo qualcosa da bere e poi iniziamo a parlare a ruota libera.
Mi piace come mi guarda quando parlo, ha uno sguardo intenso, interessato.
Glielo dico e lei abbassa gli occhi per un attimo, come una ragazzina.
Abbiamo 18 anni di differenza eppure io sono completamente a mio agio.
Metto una mano sopra la sua sul tavolino perché non riesco a fare a meno di toccarla.
Allo stesso modo le tocco le ginocchia con le mie.
Mi eccito da morire e penso che ho voglia di baciarla.
Pago il conto e la trascino fuori tenendola per mano.
Non capisce cosa ho in mente ma il suo sguardo mi parla e dice che si fida di me.
So che è una follia perché qualcuno potrebbe riconoscerci ma proprio perché è una follia non riesco a non farlo.
Lei si tiene stretta a me mentre io cammino veloce per le vie del centro alla ricerca di un posto nascosto.
Lo trovo dietro un furgone di consegne.
La stringo a me e la fisso negli occhi, lei avvicina il volto al mio e ci baciamo.
Un bacio e poi un altro, e un altro ancora senza quasi riprendere fiato.
L’autista del furgone riappare e ci scostiamo, ma ormai la miccia è accesa ed io non voglio spegnerla.
La riprendo per mano e mi affretto alla ricerca di un altro posto.
Mi dice che sono pazzo ma ride col volto arrossato ed io capisco che con me sta facendo qualcosa che non ha mai fatto prima, che la eccita e che non vuole fermarsi.
Entro in un portone di un vecchio palazzo signorile.
Il portiere non è al suo posto.
Vedo una scala che scende e mi precipito giù.
C’è un locale di servizio, la porta è aperta.
Entriamo ed io la chiudo. Metto una sedia contro la maniglia.
Siamo soli.
Il suo sguardo complice e monello mi manda in estasi.
Ci baciamo con foga mentre io infilo la mano sotto i suoi vestiti.
Lei non esita e fa lo stesso, pizzicandomi i capezzoli e toccandomi tra le gambe.
So che abbiamo poco tempo e desidero sopra ogni cosa farla godere.
Tolgo il cappotto e mi abbasso.
Le sollevo la gonna e vedo le benedette autoreggenti.
Scosto gli slip di pizzo e comincio a baciarla, a leccarla e a penetrarla con un dito mentre stendo il braccio verso l’alto per stringerle un seno.
Siamo entrambi molto eccitati.
Continuo a leccarla finché la sento irrigidirsi e poi godere, cercando di trattenere la sua voce.
Si appoggia alle mie spalle con le mani per ritrovare la calma, mentre io continuo a baciarla proprio lì.
Quando mi sollevo mi bacia la bocca a lungo, quasi volesse gustare il suo stesso sapore.
Poi, con mia grande sorpresa, mi slaccia i pantaloni e si abbassa a sua volta.
Vedo nei suoi occhi lo stesso desiderio che avevo io poco prima.
Capisco che il mio piacere sarà il suo piacere.
La sua lingua, le sue labbra, la sua bocca e le sue mani si dedicano con lentezza e maestria al mio cazzo.
Mi perdo in un calore che mi avvolge completamente, non penso a nulla, solo a godere di quello che vuole darmi. Le vengo in bocca senza pormi troppi problemi: la sua calma e la sua determinazione mi spingono a lasciarla fare come vuole.
Quando riapro gli occhi la vedo guardarmi soddisfatta, come una bimba che ha fatto bene i compiti.
E'assolutamente adorabile.
Sentiamo dei rumori provenire da fuori.
Ci rivestiamo e usciamo con cautela ma non incontriamo nessuno.
Una volta fuori mi abbraccia e mi sussurra un grazie.
Un ultimo bacio e poi la vedo scappare via di corsa, è in ritardo per il suo appuntamento.
E’ l’ultima immagine che ho di lei.
Dopotutto sull'annuncio c'era scritto che incontrava una volta sola: questa regola non sono riuscito a fargliela cambiare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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